Evasione Mentale

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  1. Emilie
     
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    Spencer McGray
    18 | Leader | Legale Buono

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    Q
    uella era stata una giornata deludente, come del resto tutte da ormai qualche anno. Quella mattina era stata fissata un'Adunanza per controllare i progressi dei Velocisti nel labirinto. Inutile dire che il tutto servì solamente ad auto-deprimersi, poiché era ormai risaputo che i Velocisti avevano visitato e tracciato ogni parte del Labirinto, disegnando sulle pergamene ogni dettaglio possibile. Ormai qualsiasi cosa era utile, anche il più insignificante dettaglio. Nemmeno nell'ultimo mese nulla di nuovo venne scorto dagli occhi dei Velocisti, e questo trascinava Spencer in una frustrante depressione. Quella mattinata di ricerche era stata, ancora una volta, vana e l'umore dell'Intendente dei Velocisti non era di certo dei migliori. Non a caso, prima del termine dell'Adunanza, decise di uscire a prendere una boccata d'aria. Eppure Spencer era convinto che convocando un'Adunanza avrebbe risollevato a tutti l'umore. Beh, sicuramente non ottenne l'effetto sperato. Più che altro, temeva che davvero non esistesse un'uscita da quel posto. Ma ciò che gli faceva più male, era il dover mantenere il segreto. Come reagirebbero gli altri sapendo che non esiste un'uscita?
    Perchè, in fin dei conti, Velocisti e Spencer a parte, tutti all'interno della Radura facevano affidamento al ritrovamento di una via di fuga da parte dei Velocisti. E cosa si aspettavano di trovare?
    Ponendosi quelle domande, iniziò a calciare alcuni sassolini, sbuffando. Non gli era ancora ben chiaro il motivo per cui andò nel bosco, doveva semplicemente trovare un luogo tranquillo dove riflettere. Sicuramente gli altri lo stavano cercando, chi per chiedere un consiglio o chi per svolgere qualche lavoro. Il tutto era veramente stressante.
    Piede destro, piede sinistro, piede destro... Continuava a ripetere questa procedura, diretto in nessun luogo ma solo di camminare. Camminare per posti conosciuti e sconosciuti. Sarebbe andato lì dove l'avrebbe portato il bosco, tanto semplicemente.
    Tuttavia, dopo un po' , stanco di camminare, decise di sedersi all'ombra di un albero. Non che il sole risplendesse intensamente, dopotutto era quasi ora del tramonto. Si guardò intorno, passandosi le mani tra i capelli. Adorava il crepuscolo, quel momento dove il sole calava per lasciare spazio all'oscurità della notte. La notte era l'unico momento della giornata dove si ci confrontava con la propria coscienza, dove si era sinceri con se stessi e dove si pensava. Si pensavano cose felici o tristi a seconda di come era trascorsa la giornata.
    Le domande che si poneva Spencer, e a cui non avrebbe mai trovato una risposta, di certo non rientravano nella prima categoria.
    Welcome to the real world! It sucks. You're gonna love it!

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    Edited by Emilie - 28/5/2016, 00:08
     
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  2. psychopath girl~
     
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    Margery "Peggy" Blackmoon
    17 y.o. | Medicale | caotico buono

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    R
    isposte, sono queste quelle che cerchi da giorni ormai, e quelle che nessuno sa o vuole darti. Ma cristo santo, che problemi hanno questi qua? Cammini via da tutti gli altri seriamente irritata, sbattendo i piedi a terra e con sopracciglia corrugate, il fruscio dell'erba fredda sulle parti dei polpacci che non sono coperte dai pantaloni scuri, il silenzio più totale attorno alla mensa dove tutti i Radurai si stanno preparando per la cena. Hai fatto tantissime domande, nemmeno tu riesci a contarle tutte, ed ovviamente hanno risposto solo a quelle meno interessanti, quelle che in fondo potevi vivere anche senza risposta. Sei stata catapultata qua da un ascensore che se non hai preso un infarto è un miracolo, non ti ricordi assolutamente niente e cosa ti dicono loro? Che è tutto normale. Poi una dopo queste risposte del cavolo non deve incazzarsi, dite voi.
    Stringi i pugni, probabilmente non sei mai stata così arrabbiata in vita tua. Non hai nemmeno qualcosa da fare, come puoi occupare il tuo tempo? Ti blocchi all'improvviso, facendo ondeggiare i lunghi capelli neri e rosa mentre ti guardi attorno, incrociando le braccia. Ci sono! Arrampicati sugli alberi, magari da lì riesci a vedere se c'è qualcosa in cima a quelle mura, sempre che abbiano una fine e non siano nascoste dalle nuvole, perché alte come sono non è nemmeno poi così improbabile. Forse. Credi. Dannazione, non sai più nemmeno come regolarti, non ci stai capendo più nulla. Non sembra esserci nessuno nel bosco a quest'ora, saranno chi a lavorare nel caso dei cuochi, chi a prepararsi per la cena e chi... boh, non sai cos'altro si possa fare in un luogo come questo a quest'ora. Sempre col rumore dei piedi che battono sull'erba producendo un rumore abbastanza udibile nel silenzio del bosco, adocchi un albero che a prima vista sembra abbastanza alto: ottimo per ciò che vuoi scoprire.
    Afferri un ramo dopo aver verificato che sia in grado di reggere il tuo peso, e ne afferri un altro, più alto dopo aver posato le punte dei piedi sulla corteccia. Mano sinistra, piede destro, mano destra, piede sinistro e ricominci con la mano sinistra, con tutte le forze che hai in corpo fino ad arrivare fra le fronde verdi dell'albero e posare la schiena contro ad un ramo, stremata. Aspetti qualche secondo per riprenderti poi ti rialzi, serrando le dita attorno ad uno dei tanti rami così da avere un appiglio in caso tu cadessi. Purtroppo ciò che vedi non ti è di nessun aiuto: l'albero non è così alto come pensavi, e anche se le mura non sono nascoste dalle nuvole non c'è nulla in cima, solo erba ed edera.
    Ti irriti, non poco. Sbuffi battendo i piedi in terra, e non hai mai avuto idea peggiore: scivoli, a nulla serve il ramo al quale ti aggrappavi. Lanci un grido acuto, agitando le braccia e provando ad avvicinarti al tronco, magari troverai un altro appiglio. E meno male che hai avuto questa fantastica idea di salire sull'albero, no davvero, complimenti. Cadi a terra con un tonfo sonoro, strusciando i polpacci contro alla corteccia e graffiandoti, mentre stranamente la parte anteriore del busto viene attutita da un qualcosa di molto più morbido rispetto alla corteccia. A giudicare dalle imprecazioni, più un qualcuno. Sei caduta addosso ad un ragazzo, quanta epicità ci vuole per farlo senza ucciderlo? Ti rialzi in fretta, nascondendo la parte inferiore del volto con le mani ed ignorando il dolore alle gambe. «Oddio, oddio, scusami!» esclami, avvicinandoti in fretta a lui e spostandolo piano dal terreno, facendogli posare la testa fra il fogliame senza smuoverlo bruscamente. Non gli chiedi se si è fatto male, è logico, lo sai anche senza chiederlo. «Eehm... hai battuto la testa? Se si stai fermo qua, d'accordo?» dici, passandoti una mano fra i capelli rosa e neri, guardandoti attorno impanicata. Porco albero, come minimo ti farà arrampicare su quelle dannate mura e poi ti farà buttare giù.
    I'm nuts, baby, I'm mad.
    the craziest friend that you've ever had!

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  3. Emilie
     
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    Spencer McGray
    18 | Leader | Legale Buono

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    N
    essuno può fermare il tempo, riavvolgerlo ed immaginare ciò che sarebbe stato è possibile solo nella propria mente. Eppure, era ormai parecchio che Spencer pensava che qualcuno si fosse divertito a giocare con le lancette che regolavano il tempo. Tutti vorrebbero che scorresse più lentamente, per permetterci di vivere i momenti più felici, e che accelerasse durante quelli più dolorosi, per risparmiarci sofferenze fisiche e morali. A lui sembrava stesse accadendo il contrario. Le giornate trascorrevano lentamente. Troppo lentamente. Ormai, sembrava che tutti avessero perso la concessione del tempo stando lì. Da quanto si trovava all'interno della radura? Anni? Oppure solo mesi?
    Era tutto così ripetitivo, la stessa routine ogni giorno. Tutto rimaneva immutato in quel luogo, perfino il tempo non cambiava mai.
    Appoggiò la mano sulla fronte, sospirando, quasi come a rassegnarsi alla presenza della monotonia, quando improvvisamente sentì un rumore di passi non molto distante da dove si trovava. Non ci fece tanto caso, dopotutto poteva trattarsi benissimo della sua immaginazione. Quel posto era poco frequentato, eppure lui non ne capiva il motivo.
    C'era sicuramente un motivo per cui tutti temevano il bosco.
    La verità, come ritenevano alcuni, era che si temeva ciò che non si riusciva a controllare. E i boschi erano l'espressione della Natura selvaggia che costruiva e distruggeva, e non aveva pietà.
    Rivolse la testa al cielo per ammirare il crepuscolo, chiedendosi se tutto ciò che stava vedendo era reale. Erano in questi momenti che il tempo sembrava fermarsi e il sole non sembrava mai tramontare. La stessa cosa accadeva al mattino: si fermava ad ammirare l'alba, ed il sole non sembrava mai sorgere del tutto. Ma adesso, guardando in cielo, scorse qualcosa sopra di lui che non era affatto ordinario. In un primo momento credeva si trattasse della sua immaginazione, ma poco dopo, capì che non era affatto uno scherzo della sua mente. Si alzò in fretta, cercando di formulare qualche frase di senso compiuto. Accadde tutto troppo velocemente. Quel qualcuno che stava cercando di arrampicarsi su un albero fin troppo alto, era scivolato, cadendogli addosso. Spencer non ebbe il tempo di realizzare ciò che era effettivamente successo, che si trovò un incredibile dolore alla testa e alla schiena, e una ragazza addosso. Quest'ultima poi, si alzò subito in piedi, a prima vista non sembrava ferita. Osservandola meglio risultò essere di tutto tranne che una ragazza ordinaria. Possedeva una dozzina di tatuaggi, e dei capelli di un colore molto particolare. Sapeva che era meschino da parte sua, oltre che fuori luogo, ma non potè fare a meno di ridacchiare nel vedere la ragazza tanto confusa, ponendogli domande a raffica a proposito del suo stato di salute. Ora che la scrutava meglio, si accorse che si trattava della fagiolina che era divenuta un Medicale. Ora capiva il perchè di tutta quella preoccupazione. A causa dei suoi impegni, non si erano mai parlati. Anzi, dubitava persino che lei lo conoscesse. Quando si aprì la Scatola non fu lui a darle il benvenuto, ma il suo vice, che prontamente gli riferì tutto, compreso il fatto che secondo lui si trattava di una persona molto energica. Ignorando il dolore alla testa, Spencer cercò di proferire parola.
    «Mi sono storto una caviglia una volta, questo è niente a confronto.»
    Rispose ironico, forzando un mezzo sorriso giusto per far capire alla ragazza che stava bene al momento.
    «Tu piuttosto, come ti senti? Non mi sembri molto a posto.»
    Chiese premuroso, osservando alcuni lividi e ferite sui polpacci della fagiolina che prima non aveva notato. Cercò di alzarsi, barcollando e poggiandosi al terreno.
    «So che è un terribile momento per le presentazioni, nonchè fuori luogo. Io sono Spencer.»
    Disse riacquistando l'equilibrio, alzandosi in piedi e tendendo una mano alla ragazza.
    «Se posso chiedertelo, come mai hai preso l'iniziativa di arrampicarti su un albero?»
    Chiese, piuttosto curioso. Di solito, pensava lui, le ragazze non si arrampicavano mai sugli alberi. Ma dopotutto Spencer le donne non le aveva mai capite.
    Welcome to the real world! It sucks. You're gonna love it!

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2 replies since 27/5/2016, 19:04   46 views
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